Ieri tutta l'attenzione era su un evento in particolare, lo sappiamo tutti, probabilmente molti lo hanno seguito, così non si è fatto caso ad una notizia che non ha ricevuto la dovuta attenzione, anche perchè pochi, pochissimi mezzi d'informazione ne hanno dato seguito.
Piccolo ripassino di storia.
Balcani, anni '90.
Con la morte di Tito la regione affronta negli anni immediatamente successivi un periodo abbastanza tranquillo ma all'inizio degli anni novanta inizia un periodo di forte instabilità dovuta principalmente alle divergenze etnico-culturali delle varie etnie presenti nella regione.
Intanto comincia a farsi strada Slobodan Milošević che nel 1987 era diventato il presidente della Repubblica Socialista di Serbia.
Nel 1991 inizia la Guerra di indipendenza slovena che dura dal 22 aprlie al 7 maggio.
La Slovenia viene proclamata indipendente da Belgrado l'8 luglio.
Dal 1991 al 1995 si accavallano due Guerre.
Prima inizia quella in Croazia e nel 1992 quella di Bosnia-Erzegovina.
La Bosnia-Erzegovina era una regione fortemente divisa tra le tre principali etnie che la abitavano: i Bosniaci-musulmani erano circa il 44%, poi venivano i Serbi con il 31%, poi i Croati con il 17% e l'8% di Jugoslavi o altri.
Le tensioni tra le comunità, soprattutto quelle serbe (cristiane) e bosniche (musulmane) diventavano sempre più forti finchè il il 25 gennaio1992 il Parlamento, nonostante la ferma opposizione dei Serbo-bosniaci, decise di organizzare un referendum sull'indipendenza della Repubblica.
Il 29 febraio e il 1 marzo si tenne il referendum sulla secessione dalla Jugoslavia con il 64% dei voti a favore.
I serbi, però boicottarono il voto e barricarono Sarajevo.
Il presidente della repubblica, un musulmano, chiese l'intervento dell'esercito per garantire il regolare svolgimento delle elezioni ma il partito che rappresentava i serbi di bosnia di Radovan Karadzic fece sapere che i suoi uomini avrebbero contrastato in ogni modo e con ogni mezzo la proposta di indipendenza.
Subito dopo il referendum lo JNA schiera le sue truppe nel territorio della Repubblica e occupa tutti i maggiori punti strategici.
I gruppi etnici cominciano loro stessi a organizzarsi in formazioni militari ufficiali.
Inizialmente i Bosniaci e i Croati combatterono contro i Serbi che controllavano la maggior parte del territorio, inoltre si susseguirono i tentativi dell'ONU di pacificare la regione con accordi e direttive.
Nel 1993, dopo il fallimento di uno di questi "piani" dell'ONU, che prevedeva la divisione in tre parti, corrispondenti alle tre principali etnie, scoppiò un nuovo confiltto tra Bosniaci musulmani e Croati sempre per la spartizione del territorio.
Il bilancio della guerra fu spaventoso: la capitale del Paese, Sarajevo, fu assediata dalle truppe serbo-bosniache per 43 mesi. Ciascuno dei tre gruppi nazionali si rese protagonista di crimini di guerra e di operazioni di pulizia etnica.
E qui arriviamo al punto.
Fine del ripassino di storia.
Srebrenica, 11 luglio 1995.
L'esercito serbo-bosniaco riesce ad entrare nella città nonostante la città fosse dichiarata con una risoluzione dell'ONU "zona protetta", anche all'occorrenza con l'uso della forza dai Caschi Blu.
Srebrenica, come le altre zone protette era a maggioranza musulmana e oltre ai suoi abitanti in quei mesi aveva accolto molti altri profughi della zona.
I Fatti.
Tra il 12 e il 18 luglio 1995 l'esercito serbo-bosniaco ordinò che gli uomini dai 14 ai 65 anni fossero separati dalle donne, dai bambini e dagli anziani, apparentemente per procedere allo sfollamento.
Secondo le istituzioni ufficiali i morti furono oltre 8372, mentre non si hanno ancora stime precise del numero di dispersi.
Fino ad oggi 6414 salme riesumate dalle fosse comuni sono state identificate mediante oggetti personali rinvenuti oppure in base al loro DNA che è stato confrontato con quello dei consanguinei superstiti.
Ieri erano 15 anni, nessuno se n'è accorto.
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