venerdì 17 settembre 2010

I puntini sulle i

Questa mattina, Filippo Facci, su Il Post riguardo la questione del burqa scrive:
La religione islamica, infatti, non prevede nessuna copertura tipo burka: quella cristiana, paradossalmente, sì.
La storia è interessante. Era l’inizio del 1900 quando Habubullah Khan, grande emiro dell’Afghanistan, impose alle duecento donne del suo harem una speciale copertura che scongiurasse ogni tentazione maschile che non fosse la sua. Più in generale, fuori dalla residenza reale, le donne dell’emiro non dovevano neppure essere guardate: e nacque il burka, inquietante copertura che da principio contraddistinse le donne di alto ceto. Ma di religioso, appunto, non c’era nulla. Il Corano non ne parla, anzi, quando genericamente affronta l’argomento – al verso 59 della sura XXXIII – dice che le donne devono essere riconosciute, come è possibile fare con tutte le coperture islamiche tranne una, o una e mezza: col burka, appunto, e assai spesso col niqab, che serve a velare il volto lasciando scoperti solo gli occhi. Nel tempo, tuttavia, il burka si diffuse in tutto l’Afghanistan: e mentre i ceti elevati lo abbandonavano, quelli poveri lo facevano loro.
Sembrava dovesse sparire nel 1961, in Afghanistan, che una legge ne aveva vietato l’uso alle dipendenti pubbliche: ma poi ci fu la guerra civile e il regime teocratico dei talebani giunse progressivamente a vietare a ogni donna di mostrare il volto. Il burka divenne una regola che oggi resta discretamente rispettata anche in Iran, in parte della Palestina, del Libano, della Georgia, dello Yemen, dell’Arabia Saudita – nell’entroterra meno acculturato – e in generale dove ci sono musulmani sciiti. Difficilmente vedrete un burka in Egitto, Turchia, Emirati Arabi, Kuwait, Indonesia o India.
Se uno stesse fedelmente al Vangelo, invece, potrebbe rifarsi alla Prima lettera di San Paolo ai Corinzi: «Ogni donna che prega senza velo sul capo manca di riguardo al proprio capo… Per questo la donna deve portare sul capo un segno della sua dipendenza». Va da sè, tuttavia, che una differenza tra islamismo e cattolicesimo sta proprio nel come le due religioni si rapportano ai testi sacri. L’Islam è sdraiato su un’interpretazione fedele del Corano da 1300 anni – ma nel Corano, come visto, di burka neppure si parla – mentre il cattolicesimo si è invece evoluto tra concili ed encicliche e secolarizzazioni varie. Il risultato è che la Chiesa cattolica su questo non discrimina tra uomini e donne (oggi) e che la veletta in testa (oggi) al limite la mette vostra nonna, se è meridionale. 
Così, giusto per ricordarlo.

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