domenica 28 novembre 2010

Apr 11, 2013

E' apparso tutto in un colpo solo, quasi come d'incanto, anche se di incantevole non aveva niente il mio vecchio paese. Tra tutte le cose che potevano salvarsi è singolare che dal mucchio di macerie indistinte, ammucchiate le une sulle altre, spicchi ancora integro il campanile della chiesa. Molti probabilmente lo prenderebbero come un segno del destino, ma io lo trovo di pessimo gusto, persino offensivo per certi aspetti.

Come si può vedere in un campanile rimasto in piedi, non si sa per quale motivo, un segno positivo, quando tutto il resto, tutto quello che avevi di più caro è scomparso? Davvero basta così poco per rincuorare le persone, anche nelle disgrazie peggiori? Un segno. Sinceramente avrei preferito che fossero crollate chiesa e campanile in mezzo ad un paese intatto.


**** **** ****

Per certi aspetti ho un po' di timore nel vedere in che condizione è la casa dove sono cresciuto, dove si festeggiava insieme con parenti e amici, ma allo stesso tempo sono curioso e credo persino di avere quella speranza di ritrovare tutto come l'avevo lasciato, quando me ne ero andato. Povero illuso. "Eppure deve essere qui", continuo a ripetermi. Un mantra con il quale provo a tranquillizzarmi.


**** **** ****

Di quello che ricordavo non trovo praticamente nulla. Se per le nuove abitazioni riesco a distinguere i cumuli di macerie, sebbene ricoperte da quella solita e ormai familiare polvere grigia, per le case più vecchie non è rimasto più nulla. Solo pietre e calcinacci. E polvere. Di casa mia riconosco il tetto, sembra un grande coperchio adagiato su di una scatola. Voglio provare ad entrare, probabilmente qualche pilastro all'interno non è collassato. Non sono venuto fin qui per andarmene a mani vuote. So per certo che riuscirò a trovare qualcosa di importante, che dia ancora un senso a tutto questo.

Nessun commento:

Posta un commento