Non so voi ma io mi aspettavo di più. Più coraggio, più determinazione, addirittura più impulsività, meno calcolo.
Non so se sia stata paura di esagerare, una qualche specie di ansia da prestazione o solamente il dubbio di un’impresa effettivamente troppo audace da mettere in piedi, che giorno dopo giorno si fa strada nella testa e che ti fa perdere slancio, efficacia.
E infine la questione di fondo, era davvero necessario questo “Terzo Polo”?
Insomma, non si voleva creare un nuovo centrodestra, europeo, riformista, laico, sganciato dal populismo mediatico ipercondizionato dai sondaggi e proiettato nel futuro?
Quello che si vede, quello che si sente, quello che è dato sapere, non incoraggia per niente questa voglia di cambiamento tanto attesa. Sembra si sia deciso di adottare la politica dei piccoli passi. Uno alla volta e neanche troppo ben distanti.
Si dirà che la fretta è cattiva consigliera, si dirà che non si costruisce un movimento da un giorno all’altro, che non si crea un partito in un giorno (anche se gli esempi non mancano). Ma ho come la sensazione di un rilassamento dell’ultimo periodo, di un movimento altalenante, di una linea politica “ballerina”, alternata da bruschi salti in avanti e da eleganti retromarce.
Mi mancano un po’ gli assalti all’arma bianca dei primi giorni, le belle battaglie sui principi, le belle campagne sulle idee e sull’etica.
Si era arrivati a Mirabello tutti belli gasati, in palla, determinati, carichi dalle campagne stampa che non facevano altro che alimentare il clima di competizione, qui ci fu la presa di coscienza di un nuovo movimento, che stava nascendo qualcosa di nuovo, inaspettato direi.
A Bastia Umbra poi si aspettava il colpo di mano, forse addirittura l’apertura di una crisi – si diceva –. Lì si è posata la prima pietra per la costituzione di un nuovo partito. E l’appoggio esterno al governo.
Ad una settimana al voto di fiducia si prospetta un orizzonte politico raffreddato, con alleanze che si potevano immaginare ma che non si sa quale forza possano avere.
All’orizzonte c’è una prospettiva da fine anni ’80, primi anni ’90. Il cosiddetto ed appena creato “Terzo polo”, da assimilarsi al vecchio Psi, che fa l’ago della bilancia e decide con chi stare e che di conseguenza reclama posti di governo “pesanti” – la presidenza del consiglio ad esempio –.
Nessuno si chiede, o non vuole chiedere, come si potranno conciliare le posizioni all’interno di questo “Terzo polo” sui temi etici che hanno contraddistinto Fli dal Pdl, ma che non si capisce come possano trovare un accordo con quelli dell’Udc e dell’Api.
Insomma, siamo di fronte ad una nuova occasione mancata?
Come al solito la montagna ha partorito il topolino? Ad ora l’unico merito che si può attribuire a questa nuova campagna politica è quella di avere aperto una crisi politica profonda che forse e ripeto, forse, porterà alla fine dell’era politica berlusconiana.
Ma fare opposizione è molto più facile che governare, non dimentichiamocelo.
Non resta che aspettare.
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