Il posto dove di solito vado a mangiare è tra un negozio di alimenti bio e un kebabbaro, all'ora che vado io il primo è quasi sempre chiuso, il secondo quasi sempre vuoto.
Qui c'è stretto, c'è solo un tavolinetto attaccato al muro con tanti sgabelli, se capiti nel momento sbagliato non riesci a trovare posto per sederti.
Nell'ora che vado io ci sono più o meno le stesse facce, che con il passare dei giorni diventano famigliari, insieme a quelle dei ragazzi che gestiscono il locale.
C'è il ragazzo che fa il camionista e che o prima o dopo racconta la barzelletta, c'è un altro ragazzo che passa ordina e porta via ma senza usare sacchetti nuovi perchè lui li ha già con se.
Ci sono i professori della scuola qui vicina che si concedono una birra ghiacciata prima di ritornare in classe.
C'è il ragazzo dietro al bancone, che fa anche il cuoco e che ti consiglia cosa gli è uscito meglio e quello da non prendere assolutamente.
E' un piccolo mondo che si ricrea per pochi momenti ogni giorno, a me mette di buon umore, poi ti chiudi la porta dietro e torni a pensare ad altro.
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