Nell’immaginario collettivo di quelli nati negli anni ’80 Tron è e rimane quel capolavoro visionario che racconta la storia di un programmatore di videogiochi talmente visionario che riesce a entrare all’interno della “rete” e con l’aiuto di un programma creato da lui – Tron, appunto – sconfigge il programma malvagio che si era impadronito della rete.
Tron è un capolavoro visionario perché prima di allora non si era mai visto niente di simile, neon da tutte le parti e intere parti di film girate con appositi filtri per far risaltare apposite gamme di colori.
bella gente di vent'anni fa.. |
La Disney Pictures ha pensato bene di fare un seguito, non che non fosse il caso, all’inizio sono tutte buone idee, ma rendendosi probabilmente conto che bastava il titolo del film per fare incassi poi non si è preoccupata più di tanto alla effettiva riuscita del film.
Così le menti illuminate della Disney hanno preso tutti gli ingredienti necessari per fare un bel film, il giovane fisicato, il protagonista originale del primo episodio (l’anche qui, immenso, Jeff Bridges) e un po’ di gnocca come si deve, in questo caso Olivia Newton (la dottoressa 13, di House).
io dovrei essere il fisicato?? |
Insomma le premesse c’erano tutte, c’era la colonna sonora dei Daft Punk e ultimo ma non ultimo c’era il 3D. Hanno preso tutto e hanno fatto un bel mischione, così, un po’ alla cazzo.
su di lei non abbiamo dubbi.. |
E il risultato è stato quella cacca soft che ne è uscita fuori.
Sono persino riusciti a trasformare Jeff Bridges in una specie di maestro zen della minchia che non combatte nemmeno per un secondo ma che dalla sua immensa grandezza cerca, come può di tirare su il livello del film.
il migliore di tutti noi |
La storia potrebbe persino essere decente, ma è così tirata via, senza sviluppi, senza approfondimenti. E’ una roba messa lì tanto perché un’ora e mezzo di girato la dovevano fare. E dire che di spunti positivi ce ne sarebbero stati.
C’era il giovane programmatore malvagio all’inizio del film che appare, dice due battute e poi sparisce e c’è soprattutto Michael Sheen, che per quelli che sono un po’ più impallinati, è colui che interpreta David Frost in Frost/Nixon, conciato alla David Bowie con un ruolo senz’altro interessante, ma anche in questo caso buttato lì e sovrastato dalla noia colossale di questo noiosissimo film.
dove eravamo rimasti? |
Ultimo piccolo appunto va alla colonna sonora che io casualmente ho ascoltato prima di vedere il film, ecco, se venisse anche a voi la stessa idea non fatelo, da li capite la pochezza di questa produzione. I Daft Punk, per chi li ha seguiti un po’ e per chi piace il genere elettronico sono delle specie di divinità ma in questo caso anche loro, visto l’andazzo generale si sono adeguati e sono andati molto sotto il loro rendimento standard.
Ah, stavo quasi per dimenticarmi, il film non è tutto in 3D, dice ma allora cosa li pago a fare 10 Euro di biglietto? Eh, bella domanda.
la gnocca, appunto |
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