Qui non sembra sia cambiato molto. Non ci sono danni evidenti, niente macerie, solo qualche fenditura nel terreno. In altre circostanze non ci avrei nemmeno fatto caso. Non ho più sentito sparare dall'altro giorno. Mi sto lentamente convincendo che forse mi ero sbagliato. Ormai mi sono incamminato in questa direzione e tornare indietro sarebbe soltanto fatica sprecata. Anche perchè mi sono ricordato di un posto dove andavo da bambino e che adesso potrebbe tornarmi utile.
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Nonostante sia primavera inoltrata non c'è molto caldo e le piogge continuano a rovinarmi la salute. Sono arrivato sul crinale, tra poco, se la memoria non mi inganna dovrei trovare un sentiero che corre lungo la parete rocciosa della montagna. La nebbia non mi aiuta ad orientarmi, anche se ormai ci ho fatto quasi l'abitudine, tuttavia fa sempre uno strano effetto questo grigio che avvolge ogni cosa. Persino la vegetazione ne sta risentendo. L'erba è ancora ingiallita, gli alberi e gli arbusti sono rimasti spogli quando dovrebbero avere fiori e foglie. Sotto i piedi lo strato di foglie secche, cadute l'autunno passato è a sua volta coperto da questa cenere, o cosa simile, che ormai ricopre ogni cosa, come un velo, un sipario calato sull'ultimo atto.
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Il sentiero, per fortuna, è dove mi ricordavo che fosse. Stretto e ripido, corre lungo la parete di roccia. Qualche frana ostacola il passaggio ma non per questo rinuncerò a proseguire. Tra poco sarà buio e non è il caso di rimanere allo scoperto. Mi infilo nella fenditura della roccia. Ricordo la prima volta che ci arrivai, ero insieme a mio padre. Come allora al centro del piccolo spazio c'è sempre una non più così giovane quercia. Più avanti l'ingresso della grotta. Durante la seconda guerra mondiale, e per qualche tempo dopo, questo posto era il nascondiglio di alcuni briganti che si aggiravano nel territorio. Una volta mi ricordavo persino come la gente del posto chiamava questo luogo. Ora questa grotta torna ad essere utile. Questa notte posso perfino accendere un fuoco.
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