giovedì 31 marzo 2011

L'Europa che non c'è (e l'Italia che non conta un cazzo)

Le cronache di questi giorni dimostrano ancora una volta, come se ce ne fosse ancora bisogno, che l'Unione Europea non esiste, non funziona, è tutto fuorchè quello che ci si era immaginati quando la si stava creando.

Come si è palesato allo stesso momento che ad oggi l'Italia non ha nessun peso politico a livello internazionale.


Faccio solo qualche esempio.

Si poteva avere un ministro degli esteri dell'UE italiano, D'Alema, ma non si sa per quali precise ragioni si è fatto di tutto, o meglio, non si è fatto nulla per supportare una candidatura italiana e si è preferito lasciare tutto in mano all'inglese Catherine Ashton. (Vorrei ricordare che l'Inghilterra non aderisce appieno all'UE, mantenendo una sua indipendenza decisionale in molti settori).

Abbiamo un ministro degli esteri che durante le crisi diplomatiche è più facile che si trovi in vacanza che alla Farnesina e un Pres del Cons che fa quello che fa, senza che lo stia a ripetere.

D'altronde le azioni della comunità internazionale di questi giorni dimostrano ampiamente l'immagine che ha l'Italia nel mondo. Ma noi non ci preoccupiamo delle videoconferenze alle cui nemmeno ci invitano perchè intanto "non decidono nulla". L'unico che cerca, per quello che può, di tamponare l'emorragia di credibilità che affligge il nostro paese è il presidente Napolitano.

L'Europa unita rimane un sogno, d'altronde la dimostrazione ce l'abbiamo sotto ai nostri occhi: Sarkozy in Francia è quello che ha spinto più di tutti per l'azione militare in Libia, con l'obiettivo di rialzarsi nei sondaggi che lo vedono indietro per la riconferma all'Eliseo e poi c'è il comportamento dei nostri "vicini" sul fronte immigrati.

Rassegnamoci all'idea che finora abbiamo coltivato un'utopia. Il volemose bene non funziona più.

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