martedì 10 maggio 2011

Difficile da spiegare

Per chi ha visto la diretta della tappa di ieri, la terza per la cronaca, c'è stata una immagine su tutte, una di quelle che involontariamente vengono mandate in onda perchè è così che funziona il flusso delle informazioni. Era l'immagine del volto tumefatto del corridore al quale veniva tagliato il sottomento del casco.

In questi casi ci si affida sempre alla "buona sorte" come forse è giusto che sia. Si resta aggrappati ad una speranza, ad una possibilità che ieri non è arrivata. Probabilmente non c'è nemmeno mai stata nonostante i circa quaranta minuti di rianimazione effettuata sulla strada. 

Wouter Weylandt era un ragazzo di 25 anni, a settembre sarebbe diventato papà. Probabilmente a suo figlio racconteranno che è morto facendo la cosa che gli era sempre più piaciuta fare. Andare in bicicletta.

In questi casi è difficile trovare le ragioni degli eventi e le parole sono solo fiato ed inchiostro sprecato perchè nessuno sarà mai in grado di spiegare il perchè di tutto questo. E' una sensazione strana, difficile da spiegare per chi fa questo sport, per chi va in bicicletta. Sono i rischi del mestiere, direbbe qualcuno. Resta il fatto che morire a 25 anni non ha mai senso.

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