Non credere in niente non è così facile come può sembrare. Richiede costanza, abnegazione.
Credere in qualcosa è molto più facile, viene molto più spontaneo.
Ogni cosa ha un significato per chi crede, un motivo, è parte di un disegno più grande che si rivela un pezzo alla volta.
Se non credi in nulla non hai risposte, sei solo, devi cavartela con le tue forze, non c'è nessuno che ti dice qual è la giusta strada da seguire.
C'è un disegno dietro tutto quello che ci accade? Un progetto?
Come ho già detto, per chi crede è tutto molto più facile; qualunque cosa accada la si accetta perchè si è consapevoli di essere parte di un meccanismo.
Fare parte di un meccanismo o essere un meccanismo unico, distinto, indipendente?
A pensarla così forse si pecca di egocentrismo, ma accettare le cose così come ci accadono, convincendoci che comunque non siamo padroni di decidere della nostra vita lo trovo abbastanza frustrante.
Se invece fossimo noi ad influire sul corso degli eventi, noi, con la nostra piccola area d'influenza, noi, da soli, con le nostre decisioni, influenzati dai nostri stati d'animo, dalle nostre gioie, dai nostri problemi, dal nostro istinto.
Se fossimo noi, macchine uniche e non ingranaggi di un sistema a decidere del nostro futuro, della nostra vita, ogni volta che ci si propone un bivio, scegliere, senza rimorsi ed esserne consapevoli.
Ma se fossimo noi a decidere, quando qualcosa va storto, allora non potremmo più prendercela contro Dio, contro il Destino, dovremmo affrontare la dura realtà, che è tutta colpa nostra.
Eppure c'è una speranza che da forza e conforto; se siamo noi ad essere gli artefici del nostro destino, per quanto le cose possano andare male abbiamo la possibilità di porvi rimedio, di cambiarle, con le nostre forze.
E allora vuoi mettere la soddisfazione?
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