lunedì 11 ottobre 2010

Fratelli d'Italia?

Ieri sera è andata in onda, come ogni domenica sera Presa Diretta, l'ottimo programma di informazione e approfondimento di Riccardo Iacona.

Ieri sera si parlava di senso di appartenenza, di patriottismo, di revisionismo, si parlava della Lega Nord e di tutto quel sottobosco di movimentini che predicano l'indipendenza di non precisate zone d'Italia in base a pretesti campati per aria.

La cosa sconcertante è vedere come un qualsiasi movimento, per pur piccolo che sia, si applichi in maniera quasi scientifica per giustificare i suoi pretesti e più sconvolgente ancora è vedere come la gente si lasci traviare da revisionismi così azzardati che nemmeno nelle dittature più feroci.

Di seguito intanto troverete il video dell'intera puntata, ma se non avete il tempo di vederlo tutto vi consiglio di andare al minuto 14 con l'intervista ad un militante della lega che a me ha fatto venire i brividi, non so a voi. Questo tizio mette persino in discussione gli schieramenti della Prima Guerra Mondiale, per lui le 5 giornate di Milano non sono niente di importante, per lui è meglio essere sotto gli austro-ungarici. Salute.

Ma questo è solo per rendere l'idea di quello che stiamo lasciando crescere senza troppa difficoltà, incoraggiato dalla crisi, che offre terreno fertile per lo scontento e permette a questi movimenti di rafforzarsi ed espandersi in maniera capillare e profonda, non solo nel territorio ma, cosa anche più grave, nella testa delle persone.

E così sento parlare di rivolte, di rivoluzioni, di sommosse, di morti, di autunni caldi. Ma non ne sento parlare solo al nord, molte di queste affermazioni le pronunciano alcuni napoletani intervistati poco dopo da Alessandro Sortino.

Lo sento e mi preoccupo.

Mi preoccupo perchè sempre di più ci stiamo focalizzando su aspetti locali, ristretti, ognuno sempre di più pensa al suo piccolo orticello. Lo Stato, quello che dovrebbe essere imparziale, che dovrebbe redimere le baruffe, colui il quale dovrebbe amministrare cercando di creare quella amalgama in grado di renderci più uniti e più forti invece sta a guardare, in qualche misura incoraggia le divisioni, di certo non le contrasta.

Fa male vedere questi reportage, fa male soprattutto in giorni come oggi, giorni in cui accogliamo Gianmarco, Marco, Sebastiano e Valerio. Tutti volontari, tutti guidati da un ideale, tutti morti.

Dovremmo portare più rispetto, a loro e a chi è caduto prima di loro.
Al caporalmaggiore Gianmarco Manca (32 anni), al caporalmaggiore Marco Pedone (23 anni), al caporalmaggiore Sebastiano Ville (27 anni) e al caporalmaggiore Francesco Vannozzi (26 anni).

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