martedì 9 novembre 2010

Letture/12

Piccola rubrica di letteratura senza pretese.




Se lo si dovesse giudicare solo dal book trailer, come di primo impatto ho fatto anche io, viene subito da pensare alla figata pazzesca, al solito botto di genio di Brizzi che con "L'inattesa piega degli eventi" e "La nostra guerra" ci aveva tutti portati in una realtà parallela e immaginifica. 

E così cominci a divorare pagine su pagine, ti salta fuori qualche frase ad effetto "... la Storia la scrive chi vince, ma saperne inventare di nuove aiuta a mantenere il Potere." Ma lentamente ti assale quella impercettibile sensazione di già visto, di già sentito, che si fa strada con il passare delle pagine.
Certo è una storia cucita per bene, con la mescolanza di vita privata (di Brizzi) e di quello che succede in Italia, però, ripeto, mi sembra tutto melenso e per certi versi noioso, sì, perchè si parla dei soliti argomenti, dei soliti intrallazzi di fine anni '80, dei '90 e di questi ultimi mesi.

Con ciò non metto in discussione il concetto di base del libro, e cioè che molti di noi ormai sono vittima, loro malgrado della malainformazione, vittime di un sistema che premia solo l'immagine e non tiene conto dei contenuti e serve solo a non far pensare.

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