venerdì 19 novembre 2010

Mar 20, 2013

Il freddo che ti entra nella carne, nelle ossa e che non ti lascia è una sensazione nuova, che non avevo mai provato. Certe volte ho come l'impressione che possa prendere il sopravvento e che non ti lasci via di scampo. Non sarei che una delle tante vittime della selezione naturale, troppo debole, geneticamente inadatto ad affrontare queste condizioni.


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Più mi spingo verso l'interno più sento di essere solo, mi è capitato di incontrare qualcuno sul mio cammino ma sono sempre stati incontri a distanza, non c'è spazio per la confidenza, qui, oggi. Ripercorrere le strade che facevo da ragazzo fa una certa impressione, soprattutto ora, in queste situazioni. Ora più che altro è diventata un tracciato impervio, in gran parte è scivolata sul fiume sottostante e così diventa ancora più difficile raggiungere la mia destinazione. Molti luoghi che prima mi erano familiari ora stento a riconoscerli e poi qui tutto è ricoperto di uno spesso strato di polvere, non saprei dire se sia cenere o se sia quella polvere che esce quando si demolisce un palazzo.

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Ora è un problema persino trovare riparo per la notte, per fortuna in questo periodo c'è la luna piena che illumina un po' tutto intorno ma non è poi così certo un grande aiuto. Le vecchie cave di pietra per lo meno offrono un po' di riparo, anche se nemmeno qui ho trovato un posto asciutto. Le grandi pile di sabbia fanno un certo effetto lì, immobili, ricoperte di questa patina grigia, sembra un paesaggio lunare, sono una visione inusuale, quasi poetica a loro modo.

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