venerdì 28 gennaio 2011

Mettiamoci d’accordo

Mattia Feltri sulla Stampa di questa mattina scrive: 

“Sarebbe logico che adesso Fini si dimettesse. Sarebbe logico che lasciasse anche Berlusconi. E pure D’Alema e Veltroni. Sarebbe stato logico se nel ’92 fossero scomparsi i partiti eredi delle dittature, non quelli filo occidentali e filo democratici. Bè, sarebbe stato logico risparmiare Aldo Moro  e i passeggeri di Bologna. E sarebbe stato logico che tutti i fascisti non si riciclassero nel comunismo. Ma sarebbe stato logico se il ventennio fascista non fosse mai sorto. Sarebbe stato logico non partecipare alla Prima guerra mondiale.. Comunque ci si potrebbe accontentare delle dimissioni di Fini.”
Ora, nessuno vuole fare la difesa d’ufficio di una parte o dell’altra ma in questo caso andiamo a finire proprio nel pressapochismo, pare proprio che la si voglia buttare in caciara, così, tanto per fare. Ma non mi pare proprio il caso di generalizzare, soprattutto ora, con una sovraesposizione di  informazioni, giuste e sbagliate che arrivano da ogni direzione, sfornate da ogni tipo di mezzo di comunicazione, dai blog, alla tv, alla radio. È proprio ora che ci sarebbe bisogno di fare chiarezza e non di aumentare ulteriormente la confusione (non si è volutamente usata la parola “casino” per ovvi motivi, ndr).

Quindi il ragionamento che fa Mattia Feltri poteva andar bene se fosse stato fatto in un altro momento, con un’altra situazione. Ma veniamo al punto. Fini si deve dimettere? Io penso di sì, nonostante tutto. Se da una parte perderebbe chiaramente visibilità non ricoprendo più la carica di Presidente della Camera, dall’altra ne trarrebbe sicuro giovamento a livello di credibilità politica. Certo, la piega che hanno preso gli eventi, dal 14 dicembre in poi, ha raffigurato forse il peggior scenario che si poteva prefigurare, ma ciò non toglie che ad oggi la più forte e temuta opposizione all’attuale maggioranza è quella offerta da Fli e dal cosiddetto Terzo Polo. Fini si dovrebbe dimettere, anche se le prove portate a suo discredito sono le stesse che erano state prodotte ad agosto. Anzi, lo dovrebbe fare con il maggiore clamore possibile, tale da suscitare un terremoto almeno pari a quello provocato dalla sua espulsione dal PdL.

L’ufficio politico del PdL le ha richieste, non tanto per l’evidenza delle prove, ma per un fatto politico. Tuttavia la questione potrebbe essere riproposta invertendo gli attori.

Berlusconi si dovrebbe dimettere per  una mera questione politica, indipendentemente dalle accuse mosse nei suoi confronti? Anche qui la risposta è sì, senza dubbio. Ricordiamo ancora una volta che molti ministri,  primi ministri e presidenti di altre nazioni si sono dimessi dai loro incarichi per molto meno. Ma da questo lato i suoi sostenitori sembrano non sentirci.

Per correttezza d’informazione va detto in conclusione che l’affaire Montecarlo sta per essere archiviato dalla Procura di Roma perché il fatto non sussiste e se comunque l’appartamento fosse stato venduto ad un prezzo inferiore a quello di mercato la causa sarebbe da attribuire ad un tribunale civile. Nel fascicolo aperto a nome del Pres del Cons le imputazioni sono di concussione e prostituzione minorile e ogni giorno che passa le accuse nei suoi confronti di certo non diminuiscono.

Ecco perché non va fatta di tutta l’erba un fascio, perché si rischia di proporre un quadro inesatto delle cose e della realtà.

Nessun commento:

Posta un commento