Qualche giorno fa chiudeva il sito web della fondazione FareFuturo, il think-thank di Futuro e Libertà. Sul sito appariva uno scarno comunicato del direttore Filippo Rossi in cui si annunciava la chiusura adducendo motivazioni di tipo economico-finanziario.
FareFuturo Web Magazine in effetti aveva vissuto momenti decisamente migliori soprattutto all’inizio dell’avventura di Fli, poi con l’inesorabile piega degli eventi è entrata in una spirale che l’ha portata al peggiore degli eventi che si possono augurare ad un mezzo d’informazione. L’irrilevanza.
Ad onor del vero molti sostengono che quel vigore d’innovazione era dato dalla considerazione in cui erano tenuti molti dei condirettori del sito, come il prof. Alessandro Campi e la prof. Sofia Ventura. Considerazione che veniva direttamente da Gianfranco Fini.
Ma si sa, quando tutto va bene i problemi non ci sono, o meglio, sono più facili da digerire; le rogne sono venute a galla però quando questo nuovo giocattolo ha cominciato a perdere pezzi.
Si racconta delle aspre critiche di Campi e della Ventura proprio a Fini, “colpevole” di non voler lasciare lo scranno di Montecitorio per dedicarsi attivamente alla vita del movimento appena nato. Ma il colpo di grazia che ha portato alla chiusura del sito, e non per motivi finanziari, sembra che sia arrivata subito dopo il congresso fondativo di Milano.
Per capire bene quello che è successo bisogna dire che il presidente della fondazione Fare Futuro è Adolfo Urso, ex sottosegretario dimissionario del governo Berlusconi, e annoverato tra le colombe del partito e grande trombato dal congresso di Fli di Milano che ha visto passare la “linea dura” dei falchi capitanati da Bocchino, l’attuale vice-presidente del partito.
Pare proprio che a causa dello strappo tra le due correnti all’interno del partito, con Urso e Ronchi dati per transfughi ma poi faticosamente riacchiappati, la vittima sacrificale offerta in segno di pace sia stato proprio il sito web di FareFuturo, evidentemente troppo orientato sulle posizioni dei falchi.
Nei giorni della chiusura del sito molto del dibattito si è svolto sulle pagine Facebook dei diretti interessati, se da una parte l’ormai ex-direttore Filippo Rossi evitava di sbilanciarsi sulle ragioni della chiusura rimandando al suo comunicato “ufficiale” facendo trapelare però tutta la sua insofferenza, dall’altra parte sulle pagine di Adolfo Urso alle pressanti richieste di spiegazioni si adducevano motivazioni economiche a causa delle quali il sito era in continua perdita e quindi non aveva più senso continuare con quella esperienza.
Ora che lo strappo sembra essersi ricucito (proprio oggi dovrebbe essere resa pubblica la corrente di Urso e Ronchi) le parti si stanno riorganizzando e da giorni lo stesso Filippo Rossi annuncia la creazione di un nuovo sito di cui ancora però non si sa molto se non che sarà ancora più pungente del vecchio FFWebMagazine, per ora si sa solo che si chiamerà “Il Futurista”.
Nonostante tutto sembra che qualcosa continui a muoversi nel panorama politico italiano.
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