Quando si guarda a tragedie come quelle che coinvolgono in questi giorni intere nazioni come il Giappone spesso ci si lascia trasportare dall’emotività e dalla sensazionalizzazione degli eventi. Quello su cui mi interessa focalizzare l’attenzione è la questione atomica nel nostro paese, visto che ormai tutti dicono la loro mi permetto anche io di lasciare scritto come la penso.
In effetti le cose, spiegate in un certo modo, come andrebbe fatto, possono risultare noiose, ma d’altronde ci hanno abituato diversamente quindi pure io adesso sto facendo la figura del trombone tronfio che crede di diffondere il sapere alle folle.
Ma tornando alla questione principale, ovvero il nucleare in Italia, devo ammettere che più passano i giorni più cresce in me la convinzione che oggi, nel 2011, cominciare a costruire da zero centrali per le quali serviranno come minimo altri 8-10 anni prima che entrino in funzione, non sia una buona idea. Intendiamoci, non sono “contro” il nucleare e la mia posizione non vuole essere strumentale come quella di certe opposizioni, dico soltanto che siamo arrivati tardi, abbiamo perso il treno. Bon.
Non serve farci tragedie sopra, nell’87 si è deciso così, pace. A questo punto forse sarebbe meglio pensare ad altro, ad altre fonti di energia e spendere in quelle i soldi – tanti – destinati alle centrali italiane. Non vorrei semplificare troppo, anche perché altrimenti mi contraddirei clamorosamente, ma credo che sia solo una questione di buonsenso.
Ci ritroviamo a pagare gli errori commessi nel passato, ancora una volta. Facciamocene una ragione. Invece di arrancare dietro l’idea di un radioso futuro nucleare quanto mai incerto visto come vanno le cose con le cosiddette “grandi opere” perché non sfruttare l’occasione per fare qualcosa di innovativo, di veramente diverso, per voltare pagina?
Ridurre ad un mero conflitto politico anche un argomento come questo dimostra ancora una volta l’inadeguatezza della nostra classe dirigente.
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