Non mi ricordavo della sua storia, ma con l'uscita del film mi è presa la curiosità e ho cominciato a ricordarmi la storia di Aron Ralston, alpinista-scalatore americano che durante un'escursione nella regione dei canyon rimane incastrato per un braccio sotto un masso di circa 250 chili.
Il libro ovviamente racconta dei sei giorni, o meglio, delle 127 ore trascorse in questa prigione naturale, ma non solo. Racconta di tutte le altre volte in cui Aron ha rischiato la vita durante le sue scalate e di gran parte della sua vita fino a quel tragico momento in cui si trova intrappolato senza via di scampo.
La cosa sconvolgente è la calma, quasi il distacco che si percepisce nel suo racconto, nelle sue parole, in quello che pensava in quei momenti. Il freddo calcolo delle possibilità di sopravvivenza e l'analisi delle possibili causa della morte. Fino alla cronaca di come è riuscito a liberarsi.
Non mi dilungherei sull'argomento perchè comunque con il film la storia si conosce abbastanza, anche per quelli come me che non ne sapevano nulla.
Per chi ne volesse sapere di più questa è la prima parte del documentario girato sei mesi dopo dalla NBC insieme a Ralston nei luoghi dell'incidente.
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