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Lei è qui con me da qualche mese ormai, non so ancora perchè quel giorno mi sia fermato e l'abbia portata via con me. Come al solito stavo camminando, mi ero deciso di raggiungere il lago segnato sulla cartina. Il perchè quella sera mi fermai non l'ho ancora capito e forse non mi interessa nemmeno più. Se dicessi che ero abituato a sentire pianti e lamenti direi una menzogna, ma ero diventato discretamente bravo ad ignorarli e a continuare per la mia strada, ma quella sera non ci riuscii. Mi volevo illudere di potermi rendere ancora utile per qualcuno.
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La trovai raggomitolata dentro una cavità creata dalle macerie di una casa. Aveva vestiti leggeri, poco adatti per la stagione. Era sporca, puzzava di morte, i capelli arruffati si raccoglievano in ciocche rigide di sporcizia e sudore. Ci guardammo. Degli splendidi occhi azzuri. Le tesi la mano e lei si alzò. Ce ne andammo insieme.
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