martedì 2 agosto 2011

Nov 4, 2013

E' solo questo in fondo, quello che cerchiamo? Un riparo sicuro, un abbraccio caldo e confortevole nel cui potersi lasciare andare ad un lungo sospiro di tranquillità? Già, la tranquillità, cosa non facile da ottenere di questi tempi, ma a pensarci bene nemmeno prima era un obiettivo così semplice. A stare soli si può solo peggiorare. L'aspetto esteriore si può camuffare, ma l'anima, quella no, lei non si lascia toccare, lei ti ricorda sempre quello che sei e per tanto che tu la possa nascondere nell'angolo più buio e profondo lei riuscirà sempre a uscire fuori a farsi vedere e a metterti nella merda.

**** **** ****


Lei è qui con me da qualche mese ormai, non so ancora perchè quel giorno mi sia fermato e l'abbia portata via con me. Come al solito stavo camminando, mi ero deciso di raggiungere il lago segnato sulla cartina. Il perchè quella sera mi fermai non l'ho ancora capito e forse non mi interessa nemmeno più. Se dicessi che ero abituato a sentire pianti e lamenti direi una menzogna, ma ero diventato discretamente bravo ad ignorarli e a continuare per la mia strada, ma quella sera non ci riuscii. Mi volevo illudere di potermi rendere ancora utile per qualcuno.

**** **** ****

La trovai raggomitolata dentro una cavità creata dalle macerie di una casa. Aveva vestiti leggeri, poco adatti per la stagione. Era sporca, puzzava di morte, i capelli arruffati si raccoglievano in ciocche rigide di sporcizia e sudore. Ci guardammo. Degli splendidi occhi azzuri. Le tesi la mano e lei si alzò. Ce ne andammo insieme.

Nessun commento:

Posta un commento