Oggi è cambiato qualcosa, si sente. Oggi sembra l’inizio di
un nuovo periodo. E’ un occasione che non possiamo perdere, noi tutti, come
comunità, come italiani, come popolo. Abbiamo un’opportunità da sfruttare, è
uno di quei classici treni che passa una volta sola, sta a noi approfittarne.
Per una volta mettiamo da parte scetticismi e interessi personali, muoviamoci coesi, tutti insieme e voltiamo pagina. Almeno proviamoci, perché non possiamo permetterci di rimanere fermi, fanalino di coda di un’Europa che sempre di più guarda agli interessi dei singoli stati.
C’è stata offerta questa occasione, un’opportunità unica e
penso irripetibile, un governo di perfetti sconosciuti, a parte forse i nomi
grossi come Passera, Monti e Profumo. Si è ritornati all’antico, si è ritornati
indietro? No, senz’altro. Era proprio di questo che c’era bisogno, spero che i
partiti se ne rendano conto, era giunta l’ora di chiudere un capitolo della
nostra storia e di riaprirne uno nuovo, completamente diverso. Non sarà facile,
per nessuno. Servirà uno sforzo comune, della classe dirigente e del popolo.
Perché le cose che si andranno a fare non si vedranno nell’immediato come ci
avevano abituato, alla politica del subito, dell’immediato, della politica a
favore delle agenzie di stampa, dei decreti lampo. Dovremo abituarci a pensare
ad una politica che guarda al medio-lungo termine, che proponga cambiamenti
strutturali, magari difficili da affrontare nell’immediato ma che consentano
alle nuove generazioni, ai nostri figli, un futuro; perché è di questo che
stiamo parlando, del nostro futuro, che a leggerlo qui o sui giornali ci sembra una cosa
sproporzionata, un qualcosa che non ci riguarda, visto che viviamo prendendo
quello che viene giorno per giorno. Ma un governo responsabile non può
permettersi questo tipo di ragionamento.
Poi ci diranno che è colpa dei mercati, che è colpa di chi
ha governato negli anni passati, di chi ha permesso di poter andare in pensione
con vent’anni di contributi, tutto vero, ma noi ci abbiamo messo del nostro.
Dobbiamo rendercene conto, negli ultimi vent’anni non ci siamo posti questi
problemi, o chi se li era posti ci è stato fatto apparire come un guastafeste.
Dobbiamo smetterla di rimpiangere il passato, del passato
dobbiamo solo ricordarci degli errori commessi, poi solo puntare verso il
futuro, si deve avere questo come unico pensiero. Quello di riuscire a
ripartire, rimontare, come va di moda adesso.
Poi lasciatemelo dire, io sono contento di questo nuovo
governo, di questi nuovi ministri, di questa sobrietà che adesso fa tanto
strano, sulla quale si scrivono editoriali, visto che probabilmente era
un’altra di quelle cose a cui non eravamo più abituati. Io ci credo davvero che
le cose possano cambiare, o almeno che ci sia l’opportunità per provarci, c’è
in gioco tanto, tutto. Ci affidiamo a questa compagnia di professori economisti
e banchieri, dovevamo affidarci a loro considerando la caratura della classe
politica attualmente in parlamento.
La politica ha fallito, i partiti hanno fallito e loro per
primi ne sono consapevoli anche se non vogliono ammetterlo, come sono
consapevoli delle conseguenze che potrebbero avere i loro futuri comportamenti
in parlamento. L’esecutivo tecnico è ed era l’unica soluzione possibile, le
elezioni non avrebbero risolto niente, ci avrebbero riproposto un parlamento
diviso, incapace di fare scelte difficili ed impopolari, quelle che servono.
Approfittiamone tutti per migliorare, noi e la classe
politica, cambiamo tutti, non perdiamo l’occasione.
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