giovedì 17 novembre 2011

L’attimo da cogliere.


Oggi è cambiato qualcosa, si sente. Oggi sembra l’inizio di un nuovo periodo. E’ un occasione che non possiamo perdere, noi tutti, come comunità, come italiani, come popolo. Abbiamo un’opportunità da sfruttare, è uno di quei classici treni che passa una volta sola, sta a noi approfittarne. 


Per una volta mettiamo da parte scetticismi e interessi personali, muoviamoci coesi, tutti insieme e voltiamo pagina. Almeno proviamoci, perché non possiamo permetterci di rimanere fermi, fanalino di coda di un’Europa che sempre di più guarda agli interessi dei singoli stati.

C’è stata offerta questa occasione, un’opportunità unica e penso irripetibile, un governo di perfetti sconosciuti, a parte forse i nomi grossi come Passera, Monti e Profumo. Si è ritornati all’antico, si è ritornati indietro? No, senz’altro. Era proprio di questo che c’era bisogno, spero che i partiti se ne rendano conto, era giunta l’ora di chiudere un capitolo della nostra storia e di riaprirne uno nuovo, completamente diverso. Non sarà facile, per nessuno. Servirà uno sforzo comune, della classe dirigente e del popolo. Perché le cose che si andranno a fare non si vedranno nell’immediato come ci avevano abituato, alla politica del subito, dell’immediato, della politica a favore delle agenzie di stampa, dei decreti lampo. Dovremo abituarci a pensare ad una politica che guarda al medio-lungo termine, che proponga cambiamenti strutturali, magari difficili da affrontare nell’immediato ma che consentano alle nuove generazioni, ai nostri figli, un futuro; perché è di questo che stiamo parlando, del nostro futuro, che a leggerlo  qui o sui giornali ci sembra una cosa sproporzionata, un qualcosa che non ci riguarda, visto che viviamo prendendo quello che viene giorno per giorno. Ma un governo responsabile non può permettersi questo tipo di ragionamento.

Poi ci diranno che è colpa dei mercati, che è colpa di chi ha governato negli anni passati, di chi ha permesso di poter andare in pensione con vent’anni di contributi, tutto vero, ma noi ci abbiamo messo del nostro. Dobbiamo rendercene conto, negli ultimi vent’anni non ci siamo posti questi problemi, o chi se li era posti ci è stato fatto apparire come un guastafeste.

Dobbiamo smetterla di rimpiangere il passato, del passato dobbiamo solo ricordarci degli errori commessi, poi solo puntare verso il futuro, si deve avere questo come unico pensiero. Quello di riuscire a ripartire, rimontare, come va di moda adesso.

Poi lasciatemelo dire, io sono contento di questo nuovo governo, di questi nuovi ministri, di questa sobrietà che adesso fa tanto strano, sulla quale si scrivono editoriali, visto che probabilmente era un’altra di quelle cose a cui non eravamo più abituati. Io ci credo davvero che le cose possano cambiare, o almeno che ci sia l’opportunità per provarci, c’è in gioco tanto, tutto. Ci affidiamo a questa compagnia di professori economisti e banchieri, dovevamo affidarci a loro considerando la caratura della classe politica attualmente in parlamento.

La politica ha fallito, i partiti hanno fallito e loro per primi ne sono consapevoli anche se non vogliono ammetterlo, come sono consapevoli delle conseguenze che potrebbero avere i loro futuri comportamenti in parlamento. L’esecutivo tecnico è ed era l’unica soluzione possibile, le elezioni non avrebbero risolto niente, ci avrebbero riproposto un parlamento diviso, incapace di fare scelte difficili ed impopolari, quelle che servono.

Approfittiamone tutti per migliorare, noi e la classe politica, cambiamo tutti, non perdiamo l’occasione.

Nessun commento:

Posta un commento