e mi sono detto: “questo è un
capolavoro”.
Non è stato nemmeno facile da trovare, dopo averlo visto penso che sia anche una cosa abbastanza comprensibile, visto quello che succede ogni due per tre negli States e visto che alcune scene sembrano la tragica predizione di quello che è successo ad Aurora.
Stiamo parlando di qualcosa di
tremendamente esagerato, ingiustificabile, assolutamente sbagliato nei modi e
nelle azioni, ma tragicamente lucido, tagliente e corrosivo nelle
considerazioni, nell’analisi di quello che siamo oggi, anche noi europei, noi
italiani non solo gli americani.
Le molte parti di azione si
alternano a dialoghi carichi di realismo e disillusione, ma anche al più
viscerale sarcasmo.
Lo ripeto perché non vorrei
essere frainteso, è una pellicola che va presa con le molle proprio per il modo
in cui tratta gli argomenti.
È una storia che non può avere un
lieto fine, d’altronde non inizia nemmeno nella maniera migliore, una serie di
notti insonni, un licenziamento, una diagnosi di cancro. Si potrebbe benissimo
pensare che siano queste le cause scatenanti di una follia omicida, la
frustrazione, il non avere più niente da perdere, la voglia di farla finita con
tutto quello che non ci piace e che è sbagliato in questo mondo. Beh, forse sì,
all’inizio è così. Ma se poi ti fa stare meglio? Se poi scopri che puoi avere
una seconda possibilità e che tutto non sta finendo come ti hanno detto tu che
fai? Molli tutto e sparisci o finisci quello che avevi cominciato?
È praticamente impossibile non
riuscire ad immedesimarsi nei personaggi, perché almeno una volta ognuno di noi
avrebbe voluto fare quello che Frank fa per tutta la durata del film, forse è
difficile ammetterlo, per paura o per vergogna ma per tutta la durata del film
non puoi che pensarla come lui, non puoi che essere d’accordo con lui. Chiaro
che una cosa è condividere i ragionamenti un’altra è fare quello che fa lui,
andarsene in giro ad ammazzare gente, solo perché “merita di morire”.
In Italia non credo sia nemmeno
stato prodotto e non stento a crederne il motivo, anche se trovo più
inquietante come queste pellicole vengano proprio dal paese dove stragi così
ben rappresentate nel film accadono più spesso nella realtà.
Sarebbe stato molto più “digeribile”
se fosse stata una pellicola europea, una visione del vecchio continente su
come le cose vanno dall’altra parte dell’oceano, ma forse la forza e la
grandezza di questo film sta proprio nel fatto che nasce e cresce nello stesso
posto dove quelle cose accadono sul serio.
Gran parte del merito va dato ai
protagonisti, Frank (Joel Murray) e Roxy (Tara Lynne Barr), due veri giganti, soprattutto lei. Film presentato al Festival di Toronto l'anno scorso è praticamente introvabile, una di quelle pellicole che se la vuoi vedere devi andartela a cercare.
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