martedì 24 agosto 2010

Stockholm part two - way of life

(segue da qui) Probabilmente è il posto, l’aria, non so, ma qui sembra tutto perfetto, sembra che niente sia fuori posto, che tutto sia messo li per qualche ragione, ora, a mente fredda, questa sensazione è ancora più presente. Sembra che non ci siano problemi e la cosa è un po’ strana considerato la quantità di polizia che incontri per le strade. In macchina, a cavallo, su minivan, a piedi, la loro è una presenza costante ma che tuttavia passa quasi inosservata. In realtà anche i poliziotti sono in genere ragazzi gentilissimi e molto disponibili e come loro le guardie di Palazzo Reale, loro che ne vedono di tutti i colori, ma che nonostante tutto devono mantenere il loro aplomb imperturbabile. Giovani ragazzi, giovanissimi direi, quasi tutti con una faccia da bambino, mi fanno impressione.

Per quel poco che ho potuto vedere qui chiunque incontri, chiunque tu possa fermare per un informazione, una domanda qualsiasi, troverai sempre una persona che ti risponde con un sorriso.
Gente che si arrovella per spiegarti a quale fermata della metrò devi scendere per far prima ad arrivare. Gente che magari dopo averti detto di non sapere dov’è quel posto fa due passi, si ferma e torna indietro a cercarti e a dirti che nel frattempo si era ricordata dov’era e poi se ne va sorridendo.

Non vorrei cadere nel luogo comune ma dopo qualche giorno (un paio al massimo) che sei qui ti senti come parte di una famiglia.

Davvero, vorrei non essere così melenso, mieloso, ben disposto, vorrei dire: “sì, vabbè, però poi, alla fine,   sono tutti una manica di stronzi” ma in effetti non è così, proprio non ci riesco a trovare qualcosa che non vada. Potrei dire che è una città cara, molto cara, ma poi pensi un attimo al reddito medio di uno svedese qualunque, ricordi alle macchine che giravano per le vie del centro (in una settimana per esempio ho contato 3 Fiat, ci sarà un motivo..) e allora poi dici che vabbè qua sono tutti ricchi, magari ricchi no, ma benestanti sì e parecchio e sono io il solito italiano sfigato che vuole fare la vacanza in nord-europa senza spendere troppo.
Forse è anche per questo che qui sorridono tutti.

Questa volta devo usare un iperbole. Ok ora la sparo.

Il problema di quando ti innamori di qualcosa o di qualcuno è che tendi sempre a vedere i pregi  e a trascurare i difetti. E se poi ti capita un colpo di fulmine non hai speranze.

Questo è un posto splendido dove non riesco a trovare aspetti negativi; a partire dalla città vecchia, sino alle periferie, non ci sono posti sgradevoli, nemmeno brutto, un luogo meno bello della media. Ogni cosa ha un suo motivo d’essere. L’impressione che ricevi da questa città è che qui non c’è approssimazione, non c’è qualunquismo, qui le cose che si sono fatte le si sono fatte per un motivo, nella maggior parte dei casi per il benessere collettivo.

Magari poi è tutta una facciata e se uno poi si sbatte un po’ scopre che è tutto un bluff per le copertine patinate e per i turisti che, attratti come le api con il miele, vengono a spendere buona parte dei loro risparmi in questo postaccio creato ad arte per ingannare il prossimo. Scopri che anche qui regnano la corruzione, le tangenti, gli affari privati, la cosa privata rispetto alla cosa pubblica.

Magari lo scopri, ma magari no, anzi.

Non so nemmeno come abbia potuto pensare una cosa simile. Probabilmente è l’abitudine.
Per assurdo forse la parte migliore questa città la mostra nelle immediate periferie fuori dai posti più frequentati dal turismo di massa. Per uno che ha una qualche infarinatura di architettura, ma in generale, per chiunque possieda un minimo di gusto estetico questa è una città che ti rende felice solo a guarla. Verde, tanto verde pubblico, ampi viali alberati, piste ciclabili ovunque, tutto curato, tutto preciso, tutto ideale. Delle volte è persino fastidiosa quella sensazione che ti arriva nell’attraversare certe zone.

E poi c’è l’acqua. Tanta acqua.

Ma non è l’acqua di Venezia, stretta, chiusa nei canali, quella che tiri su con il Pinguino e poi “te l’à asciugà il canàl” e tutta quella roba lì.
Qui l’acqua è placida, a volte sembra olio da come è ferma anche se non lo è. Questo è un pezzo di Baltico che si infila nelle insenature Svedesi e arriva fino a qui. Porta le crociere ad un passo dal centro e lambisce i palazzi e le zone più belle della città, se vogliamo la migliora ancora, come se non bastasse. Se vogliamo trovare una cosa simile a Venezia è il traffico di natanti che sconvolge il corso placido di queste acque.
Navi, piccole e grandi, gommoni, tante barche a vela e tante barche stabilmente ormeggiate sul lungomare, con gente che ci abita dentro, con la cassetta della posta fissata sulla banchina tra il cordame invecchiato.
(segue).

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