lunedì 27 settembre 2010

INCEPTION


Non è facile spiegare un film come questo e sinceramente non ci voglio nemmeno provare. La sensazione che ti rimane alla fine è quella di avere appena visto una grande figata, un qualcosa di veramente diverso, di veramente nuovo, mai visto prima.

In realtà, volendo azzardare un paragone, si potrebbe dire che Inception è un po’ l’evoluzione di Matrix, il Matrix 2.0. Sì perché anche qui si viaggia con la mente in realtà fittizie, anche qui si possono “disegnare” realtà alternative, realtà dove allenare i nuovi adepti e guarda caso anche qui c’è la figura dell’Architetto che nella saga dei fratelli Wachowski appare solo nell’ultimo episodio della trilogia e ha il compito di spiegare all’eletto come funzionano le cose e le scelte che può fare.

Ma ora che ci penso non è l’unica cosa di simile. Per andare avanti però devo prima spiegare un po’ qual è l’idea di questo film, perché altrimenti c’è il rischio di entrare in una spirale nerd dalla quale sarebbe difficile uscire per chi non ha ancora visto il film.

Il concetto di base è quello della “condivisione del sogno”, ovvero due o più persone vengono sedate con una macchinetta che sta in una ventiquattrore e tutte insieme possono interagire nel sogno di questa persona, all’interno del suo mondo (che poi non è altro che una proiezione del suo cervello) questi “visitatori”, “ospiti” chiamateli un po’ come volete, possono interagire con il personaggio estrapolare informazioni racchiuse nella testa di chi sta sognando oppure immettere un’idea nella mente del sognatore.

E qui ora posso ritornare con le similitudini con Matrix. Se vi ricordate, nella realtà alternativa dove entravano Neo e i suoi compagni, le misure di sicurezza che le macchine adottavano per combattere gli intrusi erano i cosiddetti “agenti”, vi ricordate l’agente Smith? In pratica questi tizi si potevano “inserire” in qualsiasi personaggio di Matrix e quindi potevano essere chiunque si incontrava e le conseguenze si vedono in “Realoded” e “Revolution”, dove tutte i personaggi sono diventati l’agente Smith.

In Inception succede una cosa simile. Se l’ospite del sogno modifica in modo troppo evidente la realtà in con cui sta interagendo, il subconscio se ne rende conto e reagisce contro l’ospite. E come reagisce? Cercando di uccidere l’ospite. Qui non ci sono agenti Smith o simili, qui semplicemente tutta la gente che incontri per strada ti aggredisce e ti ammazza.

Ed ecco la prima differenza. In Matrix se vieni ucciso nella realtà virtuale, muori anche in quella reale. In Inception ti svegli ed esci dal sogno.

Mi rendo conto di essere entrato in quella spirale di cui avevo fatto menzione prima ed è per questo che non vado oltre nel tentativo di spiegare a parole quello che non può essere spiegato meglio delle immagini.

Dico solo che questo film va dritto all’obiettivo dall’inizio alla fine, non ci sono ghirigori, appendici, divagazioni, d’altronde il regista è Christopher Nolan, quello de “Il Cavaliere Oscuro” e questo dovrebbe bastare.

Se non avete capito niente siete sulla buona strada.
Comunque questo è il trailer.

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