Puntualmente sono comparse feroci critiche al film di Nanni Moretti “Habemus Papam”, tanto per cambiare sono arrivate da Avvenire, che non perde mai occasione per redarguire chiunque sgarri la sottile linea di confine tra laicità e religione.
Il vaticanista Izzo invita così al boicottaggio (perché non al rogo?) e si chiede il perché si continui a finanziare chi offende la religione.
Vorremmo solo ricordare al signor Izzo che intanto la laicità dello stato è garantita dalla Costituzione e che pertanto i finanziamenti alla cultura non dovrebbero fare distinzione di genere, razza e appunto, religione. E poi immagino che il buon Izzo il film non lo abbia neppure visto anche perché se così fosse si accorgerebbe che non è per nulla offensivo della Chiesa Cattolica.
Ma dallo scritto di Izzo s’intuisce il fastidio anche e soprattutto per l’evidente successo della pellicola ai botteghini che è andata subito al primo posto in classifica.
Izzo dice infatti:
“ È su di noi che si fa conto per recuperare l'investimento cospicuo che è stato fatto per ricostruire la Sistina in uno studio”
già, perché la Santa Sede non ha mai concesso di girare scene cinematografiche all’interno di S. Pietro e allora perché non approfittarne con questo invito:
“Se vogliamo respirare l'atmosfera del Conclave andiamoci direttamente alla Sistina: per i giorni della beatificazione i Musei Vaticani hanno prolungato l'orario di apertura e dimezzato il costo dei biglietti. Perché dobbiamo finanziare chi offende la nostra religione?”
Il buon Izzo dimentica di dire però di come, per i giorni della beatificazione, i prezzi di tutto il resto, dagli alberghi ai chioschi dei paninari, abbiano aumentato i prezzi senza giustificazione apparente se non quella del lucro fine a se stesso.
Ma non basta, ci vuole pure il proverbio nazional-popolare, che fa sempre presa sulla popolazione ultra 65enne:
“Di motivi per non vedere il film di Moretti ce ne è almeno uno fortissimo, quello che ci hanno insegnato le nostre mamme: "Gioca con i fanti e lascia stare i santi". Non è un bello spettacolo vedere scimmiottare la figura del Capo della Chiesa cattolica con la farsa (per quanto garbata essa sia) dell'elezione impossibile di un candidato fragile e bisognoso di aiuto. Il papa non si tocca: è il Vicario di Cristo, la Roccia su cui Gesù ha fondato la sua Chiesa”.
Quindi per Izzo i papi sono subito santi – forse si è lasciato prendere la mano da un coretto che era in voga qualche tempo fa – quindi tutti i processi canonici necessari per ottenere prima la beatificazione e poi, solo dopo attento esame, la santità, sono solo dettagli.
La verità è che il film di Moretti è tutto fuorchè irrispettoso nei confronti della Chiesa, avrebbe potuto essere molto più cattivo, pungente, cinico, scorretto, ma la verità è che non è niente di tutto questo. Il solo “peccato originale” che affligge Habemus Papam è quello di non essere stato benedetto da Santa Romana Ecclesia. E questo, da parte di Avvenire ma soprattutto di Izzo, è un inequivocabile autogol. Un’altra buona occasione persa per risparmiare fiato per cose più serie.
Ma evidentemente questo argomento è più facile per intavolare una discussione, non come gli immigrati.
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