lunedì 4 febbraio 2013

Django Unchained


«WOW!», è il primo commento che viene spontaneo appena si finisce di vederlo. Poi subito finiscono i commenti “di pancia” ed iniziano quelli “di testa” quelli con un minimo di riflessione e tutto diventa un «WOW, ma che figata!».

Ecco come avete capito è un po’ questa l’idea di fondo di questo film. Gli ingredienti? Prendete un paio di grandi classici spaghetti western, mantenete le colonne sonore e riadattatele al 2012, anzi, meglio, chiamate Morricone ed Elisa e fategli scrivere un pezzone da mettere a metà film nel momento più importante, poi un pizzico di trash talk che non guasta mai e tanto, tanto sangue.

Il risultato? Django Unchained.

Ora non vorrei sembrare esageratamente entusiasta per questo film, tuttavia mi risulta difficile rimanere freddo e distaccato come al solito e vorrei continuare ad inserire l’aggettivo figata in quasi ogni frase e quasi per ogni aspetto del film, ma vedrò di trattenermi quanto più possibile.

Che Quentin Tarantino fosse un appassionato di cinema italiano, dai B-Movie agli Spaghetti Western, non ne ha mai fatto mistero, le citazioni e i richiami alle pellicole italiane già si ritrovavano in “Inglourious Basterds” ma in questo film oserei dire che si è spinto oltre, tributando un’onorificenza che forse mai era stata fatta in modo così spregiudicato ed appassionato al cinema italiano. Almeno non a quello considerato “minore”. Come ho già detto si parte dalle musiche, le colonne sonore, potenti, sempre azzeccate, con qualche contaminazione black che calza alla perfezione con la trama e il capolavoro finale, lasciatemelo dire, del tema di “Lo chiamavano Trinità”.

Inutile poi mettersi a discutere sul cast, enorme, dai nomi impressionanti, da Leo di Caprio a Samuel L. Jackson, da Jamie Foxx a Franco Nero, all’immenso Christof Waltz su cui vorrei spendere qualche parola.
Se qualcosa dobbiamo invidiare alla Germania, oltre a Heidi Klum intendo, è lui, Christoph Waltz, attore pressoché inarrivabile, incredibilmente sconosciuto al grande pubblico fino all’interpretazione colossale in “Inglourious Basterds”; qui si conferma ancora una volta una spanna sopra tutti. La sua unica sfortuna è quello di essere capitato nell’anno di Lincoln e probabilmente agli Oscar non verrà ricoperto d’oro come invece dovrebbe essere se esistesse una giustizia.


Una menzione d’onore va a Don Johnson nello spettacolare ruolo di Big Daddy (spero abbiate avuto la fortuna di vederlo/sentirlo in lingua originale) e al cammeo di Franco Nero che dice metà delle sue 10 battute in italiano ma è protagonista di uno dei dialoghi (quello con Jamie Foxx) più cool della storia del cinema.

yo bro'
Se vogliamo trovare dei difetti a tutti i costi possiamo dire che sì, forse non è la prova migliore di Leo di Caprio,  anche se premiare Ben Affleck al suo posto lascia sempre un po’ di amaro in bocca e forse il film poteva essere un filo più corto, ma è veramente una cosa trascurabile visto che dopo un po’ te ne dimentichi mentre ripeti fra te e te «ma che figata!».

Se non lo avete ancora visto andatelo a vedere, se siete scettici andatelo a vedere, se non vi piace Tarantino andatelo a vedere. 

È.UNA.FIGATA.

1 commento:

  1. Mi fa piacere il film sia piaciuto anche a te! Nel mio blog ho dedicato un post al film :)

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