lunedì 30 agosto 2010

Strane notti

(continua da qui)Probabilmente non era periodo, anzi, di questo ne sono abbastanza sicuro, visto che me lo hanno detto in molti, in ogni caso lassù la vita notturna era molto diversa da quella a cui noi eravamo abituati qui in Italia. Lassù molta gente comincia a uscire il giovedì e poi continua fino al sabato sera; ne consegue che la domenica la maggior parte dei locali resta chiuso e chiusi restano il lunedì sera, ma forse questo era più plausibile.

Comunque si può dire che sia stata una situazione surreale, attraversare le vie del centro di Stoccolma, la domenica sera e non incontrare nessuno, ma nessuno proprio, nel vero senso della parola, nada, niente, nisba, niet, il deserto più completo.
E’ una sensazione da provare, camminare in mezzo alla strada –no, non sul marciapiede, proprio in mezzo alla strada– senza nessun pericolo.

La situazione era questa.

Tre giovani e aitanti ragazzi, che girano per la città in cerca di un posto dove andare a divertirsi un po’ ma non trovano nulla, girano per vie sconosciute,  senza sapere bene in da che parte stanno andando.

Capita così di incontrare un gentilissimo signore sulla cinquantina, gli chiediamo se conosce qualche posto dove possiamo andare, lui dice che se vogliamo ci può accompagnare lui a fare vedere qualche posto.

Noi accettiamo.

Così mentre andiamo da qualche parte –non so ancora che giri abbiamo fatto–  scopriamo che questo signore è un “dottore della testa” o almeno lui ci dice così. Dice di essere di Berlino e di essere qui da più o meno sette mesi, ma ci dice anche che il posto non gli piace. Comincia a fare confronti con la sua Germania e dice che questa è una città sporca, che è una città piccola, che è una città cara, che le donne qui sono tutte bionde, ma la maggioranza si tinge, che qui si deve pagare per ogni cosa, se arrivi da fuori con la macchina, per entrare in città devi pagare, per andare in un bagno pubblico devi pagare, se vuoi entrare in qualsiasi museo devi pagare, se vuoi una ragazza devi pagare (evidentemente era un po’ frustrato, ma c’era da capirlo) e dice che la sua Berlino è molto più bella e anzi ci consiglia di visitarla al più presto; ci dice che in Germania c’è molta più civiltà di qui, che rispetto a Stoccolma non c’è paragone e poi se ne esce con un’affermazione di questo tipo: “in fondo se togli Hitler e tutto quello che ha fatto, noi tedeschi siamo un popolo bellissimo”.
Grazie a ‘sto grandissimo cazzo a motore, gli avrei voluto rispondere io, ma era una situazione così particolare che non mi sembrava proprio il caso di mettersi a discutere, un italiano e un tedesco a Stoccolma (sembra l’inizio di una barzelletta).
Così ho preferito glissare elegantemente.

Si è ricominciato a parlare di Berlino, di altri posti in Germania che ora non ricordo più, ma che secondo lui erano da visitare assolutamente e intanto continuavamo a passare davanti a locali chiusi dove ci fermavamo e lui ci diceva “vedete, qua ci va un sacco di gente il venerdì sera..” oppure “questo posto è bello ma è pieno di gente con la puzza sotto il naso, per cui ve lo sconsiglio..”.

Poi, come era arrivato, questo gentilissimo signore tedesco se n’è andato (no, non è morto, intendevo dire che si è infilato in un qualche pub di terz’ordine a farsi una pinta di birra) e noi siamo rimasti un po’ così, come dire, stralunati da quell’incontro e abbiamo continuato a girovagare senza una meta ben precisa. (Fine.)

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