(segue da qui) Dove eravamo rimasti? Ah
sì, al quarto giorno in terra danese, terra bagnata e ventosa tra l’altro, sì
sì, è la stagione, è ottobre, va bene, ma non vorrei tornare sull’argomento
meteo che altrimenti poi non se ne uscirebbe più vivi.
Amsterdam quindi.
La realtà dei fatti però mi ha
fatto piacevolmente ricredere, Amsterdam è un posto imprevedibile, non saprei
nemmeno come descriverlo a parole, è una città molto bella a dispetto di quanto
si senta dire e poi, quello che più conta, ci si diverte, tanto.
Amsterdam è un grande circo a
cielo aperto, nelle vie principali c’è sempre gente, di ogni nazionalità, noi
italiani sembriamo sempre la maggioranza, ma probabilmente è perché facciamo
sempre di tutto per farci riconoscere, si può incontrare ogni tipo di persona e
il bello è che dopo un po’ non ci si fa nemmeno più caso.
Anche qui pioggia, intermittente
ma continua, non vi dico la gioia. Per chi è abituato ai portici e alle
comodità italiane e vuole andare in questi posti vi si consiglia fortemente di
dotarvi di ombrellino d’ordinanza se ve ne volete rimanere con qualcosa di
asciutto addosso.
Considerando il poco tempo a
disposizione per girare a fondo la città ci siamo limitati alle zone più
conosciute, il Red Light District e il Leidseplein, dove tra l’altro
risiedevamo.
Il Leidseplein è il quartiere
dove si trovano tutti i locali notturni, la gran parte dei ristoranti per
turisti e qualche ostello, come il nostro, gestito da armeni o turchi o arabi,
non so bene, brave persone comunque. Il problema è che siamo arrivati il lunedì
sera e dovevamo tornare a casa il giovedì quindi non abbiamo potuto apprezzare
appieno le attrazioni che poteva offrire la zona nel fine settimana di cui
abbiamo sentito narrare storie leggendarie.
Sul Red Light District, RLD per
comodità, si può dire tutto il bene o tutto il male che si vuole, lo si può
considerare il posto della depravazione e del peccato o lo si può vedere come
un attrazione turistica come un’altra. Anche io all’inizio pensavo che fosse
pieno di ragazzotti di 20-30 anni con l’ormone in fibrillo che seguivano la
luce rossa dei neon che segnalano le vetrine delle ragazze ed è così, ma non
solo, voglio dire che non ci sono solo i giovani arrapati, ma pure coppie di anziani
signori che passeggiano tranquillamente nelle strette viuzze esaminando pure
loro ogni vetrina e poi gruppi di manager o presunti tali vestiti di tutto
punto a ridere e sghignazzare, ma anche ragazze, come quella coppia di ragazze
spagnole che abbiamo incrociato mentre usciva da una vetrina e che dopo pochi
metri si infilava dentro ad un’altra, insomma c’è il mondo intero, ogni varietà
di essere umano la potete tranquillamente trovare li. A me tutta questa
situazione faceva ridere tantissimo, non so, mi metteva di buon umore perché
non c’è quella cappa di moralismo, di peccato che ti fa sentire in colpa per
quello che stai facendo, li è tutto molto naturale, è una consuetudine, per cui
perché preoccuparsi. Ma come ben sapete non di sola carne vive l’uomo e allora
qui (ma non solo qui) si possono trovare i famosi coffee-shop nei quali basta
aspirare qualche boccata di fumo passivo dalle entrate per capire quello che si
può fare all’interno, ma poi innumerevoli sexy-shop e teatri in cui poter
assistere a spettacoli a luci rosse (sempre per rimanere in tema) e nei quali
c’era continuamente una fila interminabile nonostante il prezzo del biglietto,
intorno ai quaranta euri se non ricordo male.
A noi italiani ci riconoscono
subito, ovunque andiamo, ad Amsterdam te lo dicono ancora prima che tu abbia
aperto la bocca per dire qualcosa, così pure loro poi cominciano a parlarti in
italiano, che credo sia ormai la loro terza o quarta lingua ufficiale e ti
ritrovi abbracciato a farti fotografare con baristi alti più di due metri con
dei draghi tatuati sulla testa.
Poi se vuoi visitare la città non
c’è niente di meglio della bicicletta, ma considerata l’elevata quantità di
binari dei tram e le condizioni atmosferiche abbiamo saggiamente rinunciato a
questa opzione per un più comodo spostamento con i tram che attraversano tutta
la città nelle vie più importanti.
Amsterdam garantisce un bel
soggiorno sia ai radical-chic che possono andare a visitare i parchi, lo zoo,
il museo di Van Gogh e la casa di Anna Frank, oppure consente il soggiorno più
svaccato agli scappati di casa come il sottoscritto che si rintanano nelle
bettole più infamanti per uscirne soltanto la sera.
In ogni caso ne vale veramente il
prezzo del biglietto, quello dell’aereo intendo.
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